È vero, siamo nel periodo giusto, ma la foto di copertina, anche se potrebbe sembrare, non è una montagna di ghiaccio, ma bensì di sale.
I primi di dicembre ho visitato le Saline Conti Vecchi. La foto l’ho scattata dal trenino turistico mentre ci portava in giro lungo il percorso del grande stabilimento che si trova a pochi chilometri da Cagliari.
Le Saline Conti Vecchi, sono un esempio di come la Sardegna, in passato, abbia vissuto periodi di grande emancipazione sociale legati allo sviluppo economico e industriale.

Ancora oggi sono in funzione e conservano intatto il fascino di un passato che ha molto da raccontare.
Intere famiglie hanno vissuto nel così chiamato “villaggio del sale”.

L’idea di costruire questo impianto di produzione del sale, fu dell’ingegnere Luigi Conti Vecchi. Luigi Conti Vecchi era toscano d’origine; nel 1919, dopo aver combattuto durante la prima guerra mondiale, si occupò della realizzazione di una ambiziosa opera di bonifica dello stagno per debellare la malaria.

La malaria, soprattutto in Sardegna, è stata per lunghissimo tempo, una vera e propria piaga sociale che fece la sua comparsa nell’isola più di duemila anni fa.
La malattia veniva trasmessa dalla zanzara femmina della specie Anopheles; la proliferazione dell’insetto veniva favorita dal clima umido e dall’habitat ideale che in Sardegna di certo non manca.

Il progetto delle saline fu accolto dalla comunità intera con molto entusiasmo ed in pochi anni si diede vita ad un grossissimo impianto produttivo eco-sostenibile davvero all’avanguardia.

Il “villaggio del sale” era dotato di scuole, chiese, case e strutture apposite per accogliere le famiglie dei dipendenti e dei dirigenti della fabbrica.
Si creò un vero e proprio microcosmo, un esempio virtuoso di una realtà industriale florida sbocciata in una zona depressa dell’isola.

La storia delle saline viene raccontata attraverso dei video che vengono proiettati all’interno degli edifici restaurati che un tempo erano i centri di lavorazione del sale. Attraverso le immagini e la voce narrante, vengono descritte le tecniche di produzione del sale, l’impianto, la sua architettura insieme all’eccezionale patrimonio naturalistico del punto in cui sorge l’intera area.

Il percorso naturalistico, viene completato con un interessante giro sul trenino: insieme alla guida, si vanno ad esplorare i percorsi dell’area del Parco Naturale e dello stagno di Santa Gilla, dove, ancora oggi, regna un delicatissimo equilibrio faunistico di rara bellezza con più di 35 mila specie di uccelli acquatici tra cui aironi e gli immancabili fenicotteri rosa.
Prima di arrivare alla zona faunistica, sia dall’una che dall’altra parte, scorgono imponenti le innumerevoli vasche salanti e le imponenti colline di sale.

La guida ci ha spiegato che da Marzo a Settembre, c’è il periodo dell’evaporazione, fase in cui l’acqua del mare viene convogliata all’interno delle vasche e viene fatta evaporare per permettere il ristagnamento del sale; dal mese di Settembre fino a Novembre, c’è la raccolta e, da Novembre fino a Febbraio, si verifica la fase di manutenzione.

Dopo il percorso sul trenino, si possono liberamente visitare gli edifici dirigenziali tra cui l’ufficio appartenuto a Luigi Conti Vecchi.
Insieme al laboratorio chimico e la falegnameria, questi edifici ti permettono di fare un viaggio virtuale durante i primi del Novecento.

Una splendida architettura industriale degli anni Trenta, minuziosamente restaurata, che racconta di un passato che non c’è più ma che è esistito e questo è l’importante.

Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, il sogno della Comunità del Sale svanì per sempre. Il lavoro si fermò insieme alla produzione del sale e le famiglie dei lavoratori furono costrette ad abbandonare il villaggio. Cagliari, nel 1943, subì un devastante bombardamento per opera degli americani, i quali, per sviare i tedeschi da ogni sospetto, mentre si preparava lo sbarco in Sicilia per la liberazione dell’Italia dal fascismo, pensarono bene di prendersela con la nostra città distruggendola quasi totalmente.
Cagliari rimase deserta e di conseguenza tutto si fermò.

Oggi il sito industriale appartiene ancora alla società dei Conti Vecchi, ma è controllata dalla Syndial, una società che si occupa di risanamento ambientale. La Syndial, insieme alla FAI (Fondo Ambiente Italiano), lavorano in stretta collaborazione per la valorizzazione delle saline e trasformazione delle stesse, in bene aperto al pubblico.

La realtà delle saline continua ad esistere nonostante il villaggio con i suoi abitanti non ci siano più. A prescindere da come siano andati i fatti storici però, per diversi anni, molte persone hanno avuto la possibilità di vivere in condizioni agiate, hanno avuto la possibilità di lavorare e costruire un qualcosa di grande in una terra poverissima dominata dalla malaria; una terra, che sembrava non avere più speranze di rinascita e che invece, grazie alla lungimiranza di un uomo, ha portato benessere e vita per lungo tempo.

Posizione: https://www.google.it/maps/place/Saline+Conti+Vecchi
Telefono +39 070 247032
Orari apertura museo:  Dalle 10,00 alle 18,00; lunedì chiuso.

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