Della mia città mi piace parlare dei luoghi che hanno a che fare con un ricordo d’infanzia o un posto al quale sono particolarmente legata per diversi motivi.

I Giardini Pubblici di Cagliari rappresentano uno di questi. Ci andavo molto spesso insieme a mia nonna.

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È il più antico giardino della città: fu acquistato dal Comune di Cagliari nel 1839 e prima appartenne a diversi vicerè del Regno Sardo Piemontese . In fondo al lungo viale alberato, si trova l’ingresso della Galleria Comunale permanente di Cagliari. Prima quell’edificio era la ex Polveriera regia dell’arsenale, oggi invece ospita la collezione privata donata al comune dal Dott. Paolo Ingrao e la collezione civica di alcuni artisti sardi del primo Novecento.

In passato furono realizzati dei recinti per ospitare degli animali con lo scopo di creare un piccolo zoo. Oggi al posto dei recinti, ci sono due vasche grandi con degli zampilli centrali e delle bellissime statue dormienti scolpite dall’artista Mimmo Paladino. Gli alberi di leccio, che prima occupavano il viale principale, sono stati piano piano sostituiti dai vivaci alberi di Jacaranda .

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Proseguendo per il sentiero lungo il viale principale, si sale per una scalinata che porta alla parte alta dei giardini e si ricongiunge con uno dei viali più belli della citta: Viale Buoncammino. Alla sinistra del sentiero bianco dovuto alle rocce calcaree, si trova la piccola chiesetta di San Lorenzo costruita nel XII secolo in epoca pisana e dedicata a San Pancrazio. Quando ero piccola andavo spesso la domenica con i miei nonni. Assistevamo alla messa celebrata dal simpatico Monsignor Sini. Finita la messa, ricordo che noi bambini aspettavamo con impazienza il momento di vedere Monsignor Sini affacciarsi dal retro della chiesetta e chiamarci in raduno per la distribuzione dei cioccolatini.

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Quei momenti li ricordo con piacere e con molta tenerezza: ripenso ai miei nonni, alla loro vita semplice, di persone per bene, con le loro abitudini, la loro fede che apparteneva più ad una cultura trasmessa dalla famiglia che ad un credo sentito e vero; ripenso alla 127 azzurro metallizzata di mio nonno: la cura che riservava a quell’autovettura, mi ha spesso fatto pensare che in realtà non fosse neppure metallizzata ed il luccichio fosse dovuto semplicemente alla costante e maniacale pulizia che lui le dedicava. Rivedo nitida la sagoma di mio nonno, l’immagine eretta di lui mentre guidava, con il cappello in testa, il suo profilo nobile, gli zigomi alti, il naso sottile e quei lineamenti regali che svelavano le sue indubbie origini friulane… era bello, anzi, bellissimo!

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Di fronte alla chiesa di San Lorenzo, si trova il carcere di Buoncammino. Fino a pochi anni fa era ancora attivo e vantava di un primato importante: nessuno mai è riuscito ad evadere da quella prigione.

La cosa che mi impressionava da bambina, all’uscita dalla chiesa, era sentire le voci dei carcerati che chiamavano i loro parenti mentre sventolavano le braccia che vedevo sbucare dalle strette fessure delle finestre del carcere. Mia nonna mi spiegava che la domenica – giorno di visita – i familiari si radunavano nei cortili del carcere per dare un ultimo saluto ai parenti detenuti. Mi colpiva molto assistere a queste scene, pensavo alla loro quotidianità, così diversa dalla nostra, vedevo i panni stesi dei reclusi e mi chiedevo, nella mia ingenuità di bambina, come riuscissero a stenderli dato che le finestre non potevano essere aperte.

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I Giardini, come la zona di Buoncammino, non sono cambiati molto da allora. È molto frequente incontrare aficionados che tutte le mattine trascorrono qualche ora seduti a leggere i quotidiani e scambiano due chiacchiere tra di loro; è altrettanto frequente incontrare genitori che portano i loro bambini a giocare, o giovani che leggono sdraiati sul prato o seduti sulle panchine.

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Mi fa sempre piacere ritornare in questi posti. Quando mi capita di ripercorrere i viali del Giardino ed il sentiero verso la chiesetta, riesco ad immaginarmi facilmente le scene che vivevo da piccola. Quello che provo è un misto di nostalgia ed emozioni varie per quei tempi passati, per quella vita quotidiana semplice, con i suoi schemi prefissati ma mai rigidi, la spensieratezza di quei pomeriggi ed il senso di protezione che provavo arrampicandomi tra gli enormi rami accasciati a terra del centenario e “paterno” ficus. Poi ricordo le risate, il divertimento, le amicizie, gli incontri con gli altri bambini ed il dispiacere quando si avvicinava il momento di rientrare a casa. E va bene…vorrà dire che per scacciare questa nostalgia, quando diventerò “piccola” rifarò tutto per filo e per segno, non tralascerò nessun ricordo e rivivrò tutto nello stesso identico modo!

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Commento de la Turista: Sarà per via dell’atmosfera ottocentesca che aleggia in ogni angolo dei Giardini Pubblici, che da qualche anno ormai, l’ultima domenica del mese di maggio, si celebra una festa in costume chiamata: “la Grande Jatte”. Anche se il nome si riferisce all’omonima isola di Parigi sulle rive della Senna e all’opera artistica del pittore francese Georges Pierre Seraut, la festa è in perfetto stile vittoriano. In pratica si trascorre un’intera giornata all’insegna del divertimento dell’epoca, chi vuole si veste in costume, si fanno dei pic nic sul prato, si prende il classico té delle cinque ed i bambini vengono coinvolti in giochi d’epoca come il badminton.

È un evento curioso che può far piacere seguire per chi si trovasse casualmente in visita a Cagliari in quel periodo dell’anno. L’ingresso è gratuito e non c’è l’obbligo di vestirsi in costume d’epoca. Diciamo che l’unico costume che noi di Sardinia12 consigliamo sempre di portare, è quello da bagno!!! 😉

I Giardini Pubblici aprono presto la mattina (alle 7) e chiudono la sera alle 21; d’estate rimangono aperti anche fino alle 22 e aprono prima, alle 5 del mattino.

Si trovano in un punto centrale della città, ai piedi del quartiere di Castello. Dall’ingresso dei Giardini Pubblici infatti, si può salire verso la torre pisana di San Pancrazio, verso la Cittadella dei Musei dove si trovano i giganti di Mont’e Prama ed il museo archeologico di Cagliari. Da quel punto si può proseguire verso il già citato viale Buoncammino dal quale si vede uno dei panorami più suggestivi e più belli della città, oppure si scende giù e si entra nel vivo del quartiere medievale di Castello.

Sono sempre consigliati gli aperitivi al tramonto. Sono tanti i locali dove si può sorseggiare un buon aperitivo all’aperto con vista su Cagliari. Il più famoso è il Libarium. Ma per chi volesse seguire un consiglio da turista ormai naturalizzata sarda, all’inizio del viale Buoncammino, varcata la porta di Santa Cristina, c’è un delizioso chioschetto all’aperto, dove ci si può sedere e prendere da bere. L’atmosfera a mio parere, senza nulla togliere agli altri locali della zona, è molto più rilassante e più autentica.

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Posizione: https://www.google.es/maps/Giardini Pubblici Cagliari

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